ANTEPRIMA RACCONTAMI N 60 INTERVISTA A NICOLAI LILIN

Intervista a Nicolai Lilin
di Mario Rolli

 

Vi presentiamo l'intervista a Nicolai Lilin, un'anteprima del numero 60 di Raccontami, periodico dell'Associazione Casa del Sole Onlus che uscirà per fine novembre. Il file completo in pdf lo potete scaricare in fondo alla pagina o nella sezione download Rivista Raccontami.

 

Nicolai Lilin è uno scrittore russo, di origine siberiana, nato nel 1980 a Bender, in Transnistria (stato indipendente riconosciuto oggi come Repubblica Moldava, ma all’epoca facente parte dell’Unione Sovietica). Scrive in lingua italiana. Lilin è il suo pseudonimo da scrittore, scelto in omaggio alla madre dell’autore, Lilia. Il suo vero nome è Nicolai Verjbitkii.
Nel 2004 si trasferisce in Italia. Nel 2009 pubblica per Einaudi Educazione siberiana, il suo romanzo d’esordio, da cui il regista Gabriele Salvatores ha tratto un film.
Dal 2010 vive e lavora a Milano.
Mancano pochi giorni alla Pasqua quando lo raggiungiamo telefonicamente per l’intervista, dopo che un amico già intervistato dalla nostra rivista ha fatto da tramite.

 

D. Chi è Nicolai?

R. Sono una persona di 34 anni che vive a Milano, un ex russo oggi italiano che fa lo scrittore.

 

D. Tu vieni dalla Repubblica della Transnistria. Dove si trova e perché non è una repubblica autonoma?

R. La Repubblica della Transnistria è un luogo fisico che esiste da sempre, il cui status politico è cambiato dopo il crollo dell’Unione Sovietica, come è accaduto ad altre realtà che sono rimaste in un baratro geopolitico. Ecco perché dico che sono nato in Unione Sovietica, perché eravamo tutti insieme un grande paese e quando l’Unione Sovietica è finita abbiano scoperto tra noi l’esistenza di diversità di visioni e culture. Questo ha portato la nostra terra a una guerra di secessione e a chiedere l’indipendenza.
Oggi è un protettorato russo la cui indipendenza non sarà mai riconosciuta. Non saprei dire se questo sia giusto o no. Ufficialmente dovrebbe far parte della Moldavia però il problema è che oggi ci sono molte persone in ambito russo soprattutto politico interessate a mantenere il potere su queste terre. A livello umano per me è indifferente come sarà riconosciuta questa terra perché l’importante è che non ci siano guerre e che le persone vivano bene. A livello geopolitico non posso parlare perché è un discorso che prevede un interessamento politico che io non ho e non condivido.

 

D. Ho scoperto che sei un tatuatore. Che valore ha per te l’arte del tatuare?

R. Non sono un tatuatore e preferisco non usare questo termine. In Occidente il tatuatore è un signore che sta in un negozio e realizza tatuaggi per le persone che desiderano averne sulla pelle. Io non faccio questo tipo di attività. Per me il tatuaggio è una cosa ben diversa. Per i miei antenati essere un tatuatore era paragonabile ad essere un sacerdote, un prete; quindi tutta un’altra cosa. Io continuo a svolgere la mia attività in forma privata senza mischiare la mia arte e la mia tradizione con quello che è il tatuaggio moderno.

 

 

Scarica l’intervista completa in Pdf in fondo alla pagina.
 

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