LA STORIA DI YEVA

 

Yeva: una grande voglia di vivere

Buona giornata cari amici! Vorrei raccontarvi la storia di una bambina, arrivata da lontano con la speranza di vivere.
Questa bambina si chiama Yeva e viene dall’Ucraina dove è nata 5 anni fa. Alla nascita pesava 2,750 kg ed è subito stata messa in rianimazione perché aveva una infiammazione dei polmoni e non aveva zuccheri nel sangue.
Yeva è nata con un rene solo, un soffio al cuore e una malformazione delle dita di mani e piedi. A tre giorni di vita è stata portata nel reparto di patologia neonatale dove le è stata diagnosticata la sindrome di Edwards.
Chi è affetto da questa sindrome difficilmente sopravvive e se pensate a com’è la loro esistenza vi si gela il sangue.


A tre settimane Yeva è tornata a casa. Nella cartella clinica c’era scritto che sarebbe stata sorda e muta, insomma un vegetale perché le mancava un pezzo di cervello.
Passavano le settimane, ma Yeva non sembrava stare tanto male; siccome era nata molto piccola, mangiava pochissimo e spesso. Quando i suoi genitori andavano dai dottori anche solo per avere delle semplici informazioni si sentivano rispondere che non c’era nulla da fare.
A tre mesi e mezzo mamma e papà hanno cominciato a notare che la bambina non teneva la testa diritta e i suoi movimenti non erano come quelli degli altri bambini.
Perciò sono andati nel reparto di neurologia, dove le è stata fatta una nuova diagnosi, quella di paralisi cerebrale infantile. A motivo di questa nuova diagnosi a quattro mesi ha iniziato la fisioterapia e le è stata fatta una cura di iniezioni, grazie alle quali Yeva ha cominciato a girarsi sulla schiena e sulla pancia. Solo questo.
Arrivata a cinque mesi grazie alle analisi del sangue si è scoperto che la sua tiroide non funzionava bene, ma secondo i medici ucraini, non correva alcun pericolo.


Passarono altri due mesi senza nessun miglioramento e i medici ci suggerirono di fare domanda di invalidità per la bambina, perché secondo loro non era possibile fare altro. Yeva stava solo coricata e poiché i suoi genitori hanno cominciato a preoccuparsi, la disperazione è entrata nelle loro anime.
Per caso capitò loro di parlare con una anziana dottoressa neurochirurgo che, dopo aver visitato la bambina, disse che Yeva non aveva una paralisi cerebrale e che se avessero voluto salvarla dovevano andare all’estero prima dei tre anni, perché dopo sarebbe stato troppo tardi.
Poiché il papà di Yeva è un Maggiore dell’Esercito impegnato in zone di guerra e la mamma infermiera in oncologia, i regolamenti ucraini non permettevano loro di uscire dal paese. Non pensandoci due volte il 10 maggio del 2015 io e mio marito, nonni paterni, ci siamo presi la responsabilità di portare Yeva in Italia per cercare di salvarla.
Avemmo bisogno di tre mesi per preparare tutti i documenti grazie ai quali portare Yeva fuori dall’Ucraina e il 16 agosto cominciò il nostro viaggio verso l’Italia, senza i genitori e a soli dieci mesi di vita.


Da subito Yeva è stata aiutata da tante persone, in particolare dalle dottoresse dell’Ospedale in cui ha fatto le sue prime visite e da quel momento, granello dopo granello, è aumentata la speranza per la sua vita. Sono stati fatti tanti esami del sangue per capire l’origine della sua malattia. Fu diagnosticata una cromosomopatia e ipotiroidismo. Di paralisi cerebrale non si parlò più.
Dopo una visita alla Casa del Sole nel settembre del 2015 Yeva ha iniziato la fisioterapia con A., persona di grande esperienza e cuore. Lei chiamava la nostra piccola pulcino e all’inizio la sedute di fisioterapia non duravano più di mezz’ora perché Yeva si metteva a piangere.
Le settimane passavano e Yeva rispondeva sempre meglio ai trattamenti tanto che alla fine di novembre teneva la testa diritta. Noi nonni eravamo al settimo cielo.


All’inizio del nuovo anno Yeva fu portata in un Centro Cardiologico di Milano che le diagnosticò una cardiomiopatia. A fine marzo il nostro pulcino non stava bene: nella vita della nostra piccola era entrato il diabete mellito. In mezzo a tutto questo buio ci fu un raggio di sole: Yeva aveva cominciato da sola a mettersi seduta da coricata. Nello stesso periodo però lamentava dolori al ginocchio destro finché smise di stare in piedi. Le cure non diedero alcun risultato.
Alla fine di dicembre la pediatra ci consigliò di far visitare Yeva all’Ospedale Gaslini di Genova. Ci restò ricoverata due settimane e al momento di tornare a casa, nel maggio 2017 le venne diagnosticata una poliartrite. Nel gennaio del 2018 Yeva cominciò a fare i primi passi tenuta per mano. Dopo aver fatto fisioterapia per tre anni due volte alla settimana si videro i miglioramenti.


Arriva il settembre del 2018: per Yeva inizia la frequenza della scuola materna alla Casa del Sole, dove lei va da subito molto volentieri, tanto che quando sente parlare della scuola sorride felice.
Oggi Yeva ha ancora tanti problemi, ma ha molta voglia di vivere e tiene molto stretta la sua fragile vita; è molto curiosa e ama la compagnia dei bambini.


Buona fortuna piccolo pulcino, che tu possa andare avanti con l’aiuto delle persone alle quali sei affidata e che ti vogliono bene.

Nonna Nella
giugno 2019

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