STANZA SENSEI

“Stanza SENSEi” progetto Smart Room
Presso l’Associazione Casa del Sole Onlus di Curtatone (Mn) è stata inaugurata giovedì 12 dicembre 2019 la prima “smart room” in provincia di Mantova. Un ambiente (chiamato stanza Sensei) che, grazie all’integrazione tecnologica, permetterà di aiutare i bambini con disabilità nel loro percorso di crescita e venire incontro alle esigenze dei loro educatori.

La “Stanza SENSEi” è la soluzione smart che permette di trasformare un qualunque spazio in un ambiente multisensoriale adattivo dove luci, proiezioni, suoni, aromi, e materiali fisici sono controllabili digitalmente, programmabili, ed interattivi.

E’ una stanza multisensoriale – spiega il Direttore Sanitario Neuropsichiatra infantile Cristina Bodon - perché sono utilizzati gli stimoli visivi, acustico vibratori, olfattivi (macchina delle essenze), tattili e sono tutti stimoli che possono aiutare i bambini con disabilità a migliorare il loro processo e percorso abilitativo e di sviluppo.
Il concetto di base è la piacevolezza con cui lo stimolo legato all’apprendimento viene proposto. Perché se la proposta educativo-riabilitativa è connotata dallo stupore, dalla curiosità, da un’emozione positiva, è più facile che il bambino trovi una migliore attenzione, una maggiore capacità di interiorizzazione, la possibilità di memorizzare, di aver voglia di ripetere l’esperienza. Quindi la stanza è studiata soprattutto per questi aspetti, per i bambini che hanno una disabilità che rientra nell’ambito del disturbo dello spettro autistico.


Gli obiettivi che si può raggiungere vanno dal rilassamento, abbassamento della soglia d’ansia, a via via obiettivi più elevati come l’interiorizzazione dei requisiti cognitivi, quindi l’organizzazione spaziale, la comunicazione, i rapporti di causa-effetto, le categorizzazioni e gli aspetti di relazionalità e cooperazione con coetanei o adulti.
Però è una stanza che ha anche delle indicazione specifiche per bambini che hanno disturbi sul versante neuromotorio perché la tecnologia che viene impiegata consente al bambino di vedere conseguito un proprio progetto di azione sulla realtà che la disabilità altrimenti gli impedirebbe di potere vedere realizzato
”. 

Il progetto rappresenta un perfetto esempio di “smart spaces”, ed è stato reso possibile grazie all’esperienza della Casa del Sole, all’attività di ricerca e sviluppo del team ED-ME Lab del Politecnico di Milano e alle donazioni della Fondazione Rotary, Club Rotary dei gruppi Virgilio e Gonzaga e la Fondazione Cariverona.

Smart room, perché serve e su quale tecnologia conta
La smart room della Casa del Sole nasce con l’obiettivo di mettere la tecnologia a supporto delle figure educative che ne sfruttano le potenzialità a beneficio dei bimbi con disabilità. Spiega Mirko Gelsomini, post doc in ingegneria informatica e collaboratore per l’ED-ME Lab degli spazi multisensoriali per la disabilità: “sappiamo che i bambini con diagnosi di disturbo dello spettro autistico richiedono, come in molte altre disabilità, esigenze peculiari. Quindi, contare su un ambiente adattivo rispetto alle specifiche necessità di ogni singolo paziente ed educatore è una risorsa preziosa”.
La stanza intelligente conta sulla presenza di sensori e attuatori: i primi individuano dove si trova il bambino al suo interno, e sulla base delle sue azioni, i secondo mettono in atto una determinata risposta con una determinata logica definita dall’educatore. “Un esempio: se il bimbo al suo interno si vuole rilassare, che è uno degli scopi per cui è pensata la smart room, si pensa ad azioni che possano agevolarne il relax, o in modo assoluto o attraverso la sua risposta a un’azione. Sull’autismo si lavora spesso sul principio di causa-effetto, ma non solo: si va da azioni che agevolino il rilassamento, a giochi che stimolano il bambino in un contesto piacevole”, specifica Gelsomini. Le attività svolte hanno la finalità di contribuire a costruire un percorso di crescita quanto più autonoma possibile.

IoT e AI alleati degli smart spaces
La stanza si basa su meccanismi tipici dell’Internet of Things, con una piattaforma che permetterà di gestire sensori e attuatori IoT, combinandoli con il principio della smart lighting. Dato che parliamo di smart spaces, l’intelligenza entra in gioco anche attraverso l’AI integrata con l’IoT. “Stiamo già svolgendo attività di raccolta dati: uno dei servizi possibili con l’Intelligenza artificiale è il lavoro supervisionato, tramite cui la macchina impara, riuscendo così a riconoscere ciò che sta accadendo. Siccome si allena per apprendere a riconoscere le azioni del bimbo ogni giorno, conoscendo gli obiettivi che deve raggiungere, un domani sarà in grado di suggerire all’educatore le attività più promettenti per un altro bambino con un profilo analogo”.

Il team del Politecnico è al lavoro su questo aspetto, come pure sulla formazione dell’educatore nell’uso degli strumenti IT a sua disposizione.


Il progetto attualmente è nella seconda fase di sviluppo. Dopo l’installazione della tecnologia e la predisposizione dell’ambiente il team del Politecnico sta lavorando a fianco degli educatori della Casa del Sole per realizzare una serie di attività che possano fornire valide risposte e permettere loro una migliore configurazione tecnologica. Quanto alla smart room, “Seguiranno dei corsi ad hoc di formazione per gli educatori: l’intento è non limitarsi alla pura conoscenza tecnologica, ma appropriarsene completamente. Scopo della smart room è che sia complementare al loro compito, aiutandoli nel loro percorso educativo”.

 

 

 

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