DIARIO DALLA CASA DEL SOLE - UNA VARIABILE IMPREVEDIBILE

In questi giorni difficili la Casa del Sole è chiusa, la sede, le sue strutture sono chiuse, ma tutte le persone che rappresentano il suo cuore, la sua parte pulsante sono molto attive da casa. Come ricordato nelle precedenti news è stato implementato un sistema di comunicazione tramite Microsoft Teams che permette di creare gruppi di lavoro, fare riunioni con videochiamata e rimanere in contatto con i genitori. Ovviamente le difficoltà sono tante, rimanere a casa crea confusione e spaesamento, smarrimento, così abbiamo deciso di creare un diario per mantenere un canale di comunicazione aperto con l'esterno e per raccogliere le notizie da divulgare e le riflessioni di chi è a casa.
 
Come detto nonostante la situazione difficile, la possibilità di fermarsi e di riflettere sulla propria vita, il proprio lavoro, la propria relazione con i bambini e ragazzi della Casa del Sole è un'occasione interessante e quasi unica. Così abbiamo deciso di pubblicare le riflessioni di chi si è voluto mettere in gioco durante questa emergenza.
 
Questa è la prima riflessione che ci arriva da Andrea, educatore della Casa del Sole. Una riflessione sui nostri ragazzi ed il rapporto che si crea con loro:
 
UNA VARIABILE IMPREVEDIBILE
Capita quando si è a un nuovo inizio. Di solito quando settembre è alle porte e l'anno scolastico sta per cominciare. Senti il bisogno di arrivare pronto al primo giorno, rileggi la presentazione dei ragazzi che erano in un'altra classe, riguardi il programma di attività dell'anno precedente, pensi al percorso svolto con la classe dell'anno passato. Cerchi spunti per proposte educative mirate ad aspetti dei ragazzi su cui pensi si possa fare di più e nella tua testa compili un programma di attività che possa coprire la prima settimana di scuola. È un modo per incominciare a concentrarsi sull'anno che verrà, per superare le proprie incertezze e non arrivare impreparati, per offrire ai ragazzi uno spazio organizzato in cui possano vivere serenamente questo nuovo inizio.
 
È un momento importante per l'educatore, uno spazio in cui incanalare i pensieri del nuovo anno, pensare ai ragazzi con cui lo si condividerà e anche il modo per tenere sotto controllo l'ansia del principio, di una situazione che non conosci al 100%. Credo che in qualche modo sia una sensazione condivisa con i ragazzi e le famiglie che si accostano al nuovo anno scolastico, penso che ognuno sia in equilibrio tra il desiderio di ricominciare e l'inquietudine per sapere se andrà tutto per il meglio.
 
E poi arriva l'inizio, quello vero. E capisci – educatori e ragazzi insieme – che per quanto tu fossi preparato non potrai mai essere pronto del tutto, perché c'è una variabile imprevedibile e ogni volta diversa, che ti porta a seguire strade nuove che magari non avevi considerato così prioritarie; è l'incontro con chi hai davanti in classe, con i suoi desideri, bisogni e richieste. È uno spazio da costruire insieme, non si esaurisce in riflessioni pensate prima a tavolino. Diventa il trampolino per altri pensieri e percorsi.
 
È ciò che è successo anche lo scorso settembre, con A., A., B. ed E., pensando di poter arrivare preparato ma venendo sorpresi dalla forza dell'incontro e del conoscersi reciprocamente. Ed è la stessa sensazione che si prova anche di fronte a un'esperienza che senti di dover proporre ai tuoi ragazzi pur non sapendo esattamente se filerà tutto come previsto.
 
A dicembre c'è stata l'occasione di condividere un progetto di conoscenza reciproca con una scuola primaria di Soave; alcuni ragazzi della quinta elementare sono venuti a trovarci a Casa del Sole e poi è stato il nostro turno per andare nella loro scuola. La nostra classe ha aderito alla proposta perché uno degli aspetti che più mi ha stupito nella prima parte dell'anno dei ragazzi della mia classe è la curiosità e la felicità nell'incontrare persone nuove e nell'affrontare situazioni stimolanti. E questa è una cosa che i ragazzi trasmettono a me e che non posso ignorare. Sono venuti 4 ragazzi in classe nostra e insieme abbiamo costruito dei lavoretti per la pesca di Santa Lucia, poi siamo andati noi da loro per un laboratorio di decorazioni natalizie. Sono stati 4 incontri in tutto, poi diventati 5 perché ci hanno invitato a vedere il loro spettacolo di Natale. Un'esperienza molto bella vissuta in maniera del tutto naturale da tutti i ragazzi coinvolti e la sorpresa più grande è stata vederli legare tra di loro in maniera del tutto spontanea, osservarli lavorare fianco a fianco con i nuovi amici con un'attenzione a cui noi educatori cerchiamo faticosamente di tendere nella quotidianità e poi vederli ricordare a mesi di distanza l'esperienza fatta, guardando le foto e ripetendo i nomi dei 'ragazzi di Soave'.
 
E sono convinto che sarà lo stesso sentimento che proveremo tornando insieme a scuola dopo questo periodo di lontananza; una sensazione di cui è difficile dare una definizione, che verrà scavalcata dall'emozione del ritrovarci. E sarà bello a prescindere.
 
#andratuttobene
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