DIARIO DALLA CASA DEL SOLE 9 - AUGURI ALLE FAMIGLIE E COLLEGHI

 

Carissime Famiglie e Carissimi Colleghi,

pensando a quello che stiamo vivendo mi sembra bello scrivere a tutti voi insieme, Famiglie e Colleghi di Casa del Sole, in questo tempo di emergenza e di difficoltà che stiamo vivendo e a poche ore dalla S. Pasqua.

 
La primavera è esplosa, ma non possiamo goderne appieno. La Pasqua è arrivata, ma il nostro stato d’animo non è quello che abbiamo quando festeggiamo un giorno importante.
 
Molti di voi conoscono quello che sto per raccontarvi e mi scuseranno per la ripetizione.
L’ultimo incontro che ebbi con Vittorina Gementi, la nostra Fondatrice, fu il 9 maggio del 1989. Vittorina sarebbe mancata 25 giorni più tardi.
Ero in visita alla Casa del Sole con alcuni colleghi di lavoro. Come consuetudine Vittorina ci offrì un buon caffè fatto con la moka, nel salone al piano terreno della Villa.
Bevuto il caffè i miei colleghi uscirono in corridoio e Vittorina mi trattenne. Ci conoscevamo ormai da otto anni e tra noi si era creata una certa cordialità.
Quello che volle condividere con me mi lasciò incapace di dirle qualcosa. Riuscii solo a sorriderle. Mi disse che qualche mese prima era mancata la sua mamma Evelina e che lei, ogni sera dopo le preghiere, chiedeva alla sua mamma di venirla a prendere.
Come tantissimi altri non ero a conoscenza delle sue condizioni di salute e lì per lì non riuscii a capire il motivo di quella confidenza, che fu per me molto più chiara quando venni a sapere della sua morte: la stanchezza per la malattia e il legame profondo che aveva con la sua mamma.
Ho ripensato a Vittorina e al nostro ultimo incontro negli ultimi giorni. A tanti di noi, in queste settimane, sono stati tolti amicizie e affetti. Ed è proprio in giornate come queste che la nostalgia degli affetti si fa profonda e dolorosa. È una ferita che non riusciamo a far rimarginare da soli, con le nostre piccole forze di persone fragili.
Abbiamo tutti bisogno degli altri, degli amici, dei vicini, dei nostri figli, dei nostri affetti.
 
Papa Francesco ha detto:
“In ogni situazione umana, segnata dalla fragilità…, la Buona Notizia non è soltanto una parola ma è una testimonianza di amore gratuito e fedele: è uscire da sé per andare incontro all’altro, è stare vicino (oggi virtualmente) a chi è ferito dalla vita, è condividere con chi manca del necessario, è rimanere accanto (anche se fisicamente non si può) a chi è malato, o vecchio o escluso… L’Amore è più forte, l’Amore dona la vita, l’Amore fa fiorire la speranza nel deserto”.
Il mio augurio di Pasqua è che ognuno possa sperimentare la vera essenza dell’amare e dell’essere amato, per non sentirsi mai solo.
Buona Pasqua a tutti e a ciascuno.
 
Mario Rolli
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