APPROFONDIMENTO EDUCAZIONE SPECIALE RACCONTAMI N74

 

L’educazione speciale: oltre i confini del pregiudizio
di Fabio Corsi Pedagogista


Educare è un mestiere complesso, difficile, entusiasmante: è complesso nel senso latino della parola. Possiede «un sacco di pieghe», di sfaccettature, di aspetti che si fatica a considerare nella sua interezza e a volte, a tenere insieme organicamente… e qualcosa sfugge sempre, anche ai più «navigati».

È difficile, sia per la sua complessità, sia per le inevitabili «resistenze» che la complessità ci offre… chi educa deve avere in testa un progetto, crearsi delle risorse e delle condizioni, prevedere degli obiettivi, senza contare che tutto questo a volte si scontra con la realtà presente.
Educare significa anche fare delle scelte «contro corrente», per le quali non sempre si ha il plauso di chi ci attornia, o di chi ci chiede di operare. Ma è entusiasmante! La gioia nel condividere un percorso di crescita ripaga quanto (e oltre) gli sforzi fatti per percorrerlo! L’entusiasmo è la cifra di chi educa, ma non va confuso con l’euforia, o con la facile presa dell’emotività e l’etimologia greca della parola ce lo spiega bene. Entusiasmo è «avere un dio che ci muove dentro», avere scienza e conoscenza per buttarci fiduciosi oltre l’ostacolo.

In educazione, in generale, e in quella speciale, in particolare, la cultura e la preparazione sono fondamentali. Condividere e creare «cultura» sono il trampolino di lancio, sono la base su cui i nostri piedi educativi poggiano per compiere, talvolta, quegli «atti di in-coscienza» che l’educazione speciale richiede.

 

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