RACCONTAMI VITTORINA: INTERVISTA A MARIA BIANCHI

RUBRICA: RACCONTAMI VITTORINA

"Era una donna tenace, piena di entusiasmo"
Intervista a Maria Bianchi, che presto compie 100 anni
 
di Giovanni Telò Direttore Responsabile “raccontami”
 
 
Spegnerà cento candeline il prossimo 22 dicembre. Saranno in molti a festeggiarla, in particolare a San Benedetto Po, suo paese natale, dove tuttora vive. Maria Bianchi ci accoglie nella sua casa e i suoi ricordi è come se si rincorressero: vanno dal parroco monsignor Augusto Bertazzoni (1876-1972), divenuto vescovo di Potenza e recentemente dichiarato “venerabile” – è lui che l’ha battezzata nel 1923 –, e arrivano fino a Vittorina Gementi, della quale Maria è stata preziosa collaboratrice.
In mezzo c’è un episodio legato a don Primo Mazzolari, lo straordinario parroco di Bozzolo, giunto a San Benedetto Po prima delle elezioni politiche del 18 aprile 1948 per tenere un contraddittorio con il socialista Luigi Begozzi. Il sacerdote pronunciava discorsi in diversi paesi mantovani: sapeva conquistare le folle con la forza del suo pensiero. In piazza a San Benedetto Po si erano radunate circa quattromila persone e don Mazzolari aveva avuto la meglio sul professor Begozzi.
 
Un mazzo di scope
Maria Bianchi si era laureata in Lettere all’Università Cattolica, a Milano, proprio nel 1948. Ha insegnato alle scuole medie, al “Pitentino” (Istituto tecnico) e all’“Isabella d’Este” (Istituto magistrale) a Mantova; negli anni Ottanta è stata preside a Suzzara, presso l’Istituto tecnico. Ha conosciuto da vicino Vittorina Gementi grazie all’amica Rosanna Frignani, morta l’anno scorso all’età di 97 anni. «Rosanna insegnava Italiano, Storia e Geografia alle “medie” a Suzzara», racconta, «e Vittorina l’aveva convinta ad aprire tali scuole alla Casa del Sole, a San Silvestro di Curtatone, nel 1969. È un’esperienza che è andata avanti per breve tempo».
Quando Maria è andata in pensione (1986), ha avuto la possibilità di svolgere il suo servizio di volontariato al Centro Accoglienza per ragazze disabili che avevano già compiuto i 18 anni. Sede del centro: palazzo Valentini, in corso Vittorio Emanuele, a Mantova. Spiega ancora Maria Bianchi: «Vittorina mi aveva nominato coordinatrice della struttura diurna, avviata il 10 ottobre 1983. Al centro di palazzo Valentini lavorava già Rosanna Frignani. E così, poco per volta, sono entrata nel mondo della Gementi».
Tutte le mattine, prima di andare alla Casa del Sole, Vittorina passava dal centro. La sua presenza non era casuale, in quanto, secondo Maria, desiderava offrire il suo coinvolgimento e i suoi suggerimenti. «Un giorno era arrivata con un mazzo di scope. Io non avevo capito che avrei dovuto occuparmi anche delle pulizie. Vittorina vedeva tutto». In lei erano chiari specialmente gli obiettivi del centro, come è possibile leggere nei suoi appunti: «Favorire la realizzazione globale e armonica della persona, perché ognuno abbia la possibilità di una vita degna». Alle ragazze venivano proposte attività molto varie (pittura, nuoto, canto, economia domestica e giardinaggio), ma non era pensabile di avviarle a un’esperienza lavorativa, in quanto, negli anni precedenti, non erano state educate verso questo obiettivo.
 

Mantova, il giardino del Centro Accoglienza alcuni anni fa


Lo spessore della fede
«Vittorina era una donna innamorata di Gesù Cristo». Durante la nostra conversazione, Maria Bianchi ripete più volte questa frase. E non ritiene siano parole eccessive. Aggiunge: «A partire da Gesù si era innamorata anche dei bambini della Casa del Sole, della loro debolezza e fragilità». Alla base della scelta di Vittorina di dedicarsi ai disabili c’è una radice evangelica. La sua predilezione per i piccoli in difficoltà era cominciata fin dai tempi in cui era maestra elementare a Vasto di Goito e a Villanova de Bellis di San Giorgio Bigarello.
Maria era rimasta colpita da un'altra caratteristica di Vittorina: la sua dedizione appassionata, instancabile, attenta ai bisogni veri delle persone e al loro bene. «Non mancava mai in tutte le circostanze della vita personale dei suoi educatori: dai matrimoni ai battesimi dei loro figli, fino alla morte dei loro cari».
Vittorina si preoccupava per la qualificazione professionale degli operatori della Casa del Sole. Prima di iniziare l’anno scolastico, gli insegnanti dovevano partecipare a un corso di aggiornamento. Inoltre, ogni lunedì pomeriggio, il dottor Edoardo Cantadori, direttore sanitario, teneva una lezione. «Gli insegnanti non dovevano mancare», spiega Maria Bianchi. «Anche la dottoressa Cristina Bodon, neuropsichiatra infantile, proponeva delle belle lezioni».
Vittorina stessa ci teneva alla propria preparazione. «Partiva per la Francia o la Germania per aggiornarsi. Una volta insieme a lei, in Francia, c’era andata anche Rosanna Frignani e, al ritorno, mi aveva detto: “Ho visto solo delle scuole perché alla Gementi interessavano unicamente quelle. Non le importava nient’altro”». È uno dei molti altri ricordi che Maria Bianchi ha di Vittorina, donna tenace, piena di entusiasmo, con il quale contagiava anche gli altri. Non si arrendeva di fronte alle difficoltà. La sua morte (3 giugno 1989) era stato un colpo grosso per tutti. «Però, dopo la sua scomparsa, ho apprezzato lo spessore di una vita di fede che permeava, con naturalezza, la sua esistenza e le intuizioni che stavano alla base della sua attività educativa».
 

Maria Bianchi oggi nella sua casa di San Benedetto Po


Dora, «piena di amore»
Tra non molto, il Centro accoglienza di corso Vittorio Emanuele si trasferirà in una nuova struttura a San Silvestro, dove, il 14 marzo scorso, è stata posta la prima pietra. A palazzo Valentini rimangono quarant’anni di storia e un nome: quello di Dora Montani (1898-1983), che aveva lasciato tutti i suoi beni alla Casa del Sole, cioè villa Dora a Garda (Verona) e l’appartamento all’interno del palazzo. «Io non ho conosciuto la signora Montani», afferma Maria Bianchi, però è toccato a lei, nel 2011, scriverne una breve ma accurata biografia: Dora Montani. Storia di una benefattrice: piena di amore, solidarietà e servizio.
Negli anni difficili della Seconda guerra mondiale, Dora era stata crocerossina e, terminato il conflitto, si era unita in seconde nozze con Mario Capello, tenente colonnello degli Alpini. Di recente, il nome di Dora Montani è emerso in tutta la sua importanza per essersi opposta alle leggi razziali fasciste. Nel 1938, la presidente del Comitato mantovano della Società “Dante Alighieri”, Ida Norlenghi, era stata espulsa perché ebrea. Al suo posto, i soci avrebbero voluto mettere la segretaria, Dora Montani. Però lei si era rifiutata e, per protesta contro le leggi razziali, aveva abbandonato l’associazione.
 


Giugno 2023, dal numero 77 di raccontami, periodico di Casa del Sole

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